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Una poesia dall'ossatura robusta quella di Nicola Russo, e per parlarne devo svestirmi delle spoglie di amico e considerarla alle opportune distanze. Intanto perché questo titolo? Città antichissima, adagiata sulle rive del Tigri a nord della Mesopotamia: il poeta vi traspone se stesso e si immagina "contemporaneo". Ma mi chiedo: non è la stessa Ninive ad essere nostra contemporanea? Nicola osserva il mondo e dal mondo è osservato. Una sorta di anticonformismo appartiene alle sue poesie e le pervade, ma non per questo il poeta rinuncia ad una approfondita indagine a ritroso. Quindi tradizione ma nella innovazione, lontano da un procedimento codino e bigotto. Con un sapore che ricorda la beat generation.